Come sarà (e cosa offrirà) il “ museo del futuro ”? Questa è la domanda intorno alla quale si è sviluppata l’intera conference e relativi workshops del MuseumNext.
Il MuseumNext, tenutosi a Ginevra, ha sempre dato molta importanza all’evolversi del rapporto “visitatore-museo” veicolato dalle nuove tecnologie; la scommessa di quest’anno, tuttavia, è ancora più ambiziosa e riguarda l’engagement e lo storytelling, ovvero sviluppare strategie per il coinvolgimento dei visitatori durante il percorso museale.
Questo è l’obiettivo dell’app ASK del Brooklyn Museum che, prendendo come modello le piattaforme di instant-messaging più famose, ha introdotto la possibilità di ricevere informazioni in real-time sulle opere presenti nel museo direttamente mandando un messaggio o una foto.
Un intreccio simile tra tecnologia e musei è stato sperimentato anche qui in Italia, ne è un esempio la mostra ospitata nel complesso monumentale di San Domenico Maggiore “Il bello o il vero, un viaggio tra reale e digitale” dove grazie ad un sensore e l’utilizzo di un comune device (smartphone o tablet) è possibile interloquire con l’opera stessa.
Sempre orientata al creare un legame con il visitatore è The Pen del Cooper Hewitt di New York, una penna factotum che coniuga abilmente didattica, informazioni e divertimento.
La direzione intrapresa al MuseumNext è dunque innovare e coinvolgere senza snaturare l’identità intrinseca degli ambienti museali ma, anzi, posizionarli strategicamente in un contesto che possa aiutarli ad attrarre sempre più persone aumentando l’engagement, permettendogli così di assolvere nel miglior modo possibile la loro mission naturale: trasmettere conoscenza.
E voi, cosa ne pensate?